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Foto, immagini e icone gratuite per presentazioni

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Per chi è sempre a caccia di immagini, ecco quattro servizi di condivisione di immagini gratuiti.

Freepik

Selezione di immagini offerte da Freepik
Come riportato nell'intestazione del sito, Freepik offre foto, illustrazioni, icone, PSD e vettori gratis per web, banners, presentazioni, riviste, pubblicità.
E' il sito ideale per chi cerca immagini vettoriali di qualità, ma offre anche una buona selezione di fotografie e di icone.
Le immagini possono essere scaricate gratuitamente sia per uso personale che commerciale ed è possibile modificarle, ma è sempre indispensabile l'attribuzione all'autore.


Pixabay

Selezione di immagini offerte da Pixabay
Pixabayè una community nata nel 2010 con lo scopo di condividere immagini di qualità, libere da diritti e senza richiedere la registrazione al servizio.
Le immagini scaricate da Pixabay possono essere utilizzate senza obbligo di citare l'autore.
L'iscrizione è obbligatoria solo per chi vuole caricare le proprie foto e inserirle in archivio. Le foto caricate devono essere di buona qualità e in alta risoluzione e sono soggette a moderazione da parte dei responsabili della community. E' anche possibile collegare il proprio account Paypal per ricevere donazioni.

Unsplash

Selezione di immagini offerte da Unsplash
Anche questo è un servizio di condivisione di foto con licenza Creative Commons Zero, completamente gratuito. Le foto possono essere modificate e utilizzate senza citare l'autore e sono libere sia per uso personale sia per scopi commerciali. Unsplash offre un servizio di newsletter che permette di ricevere 10 immagini ogni 10 giorni, via email.



Vintage Printable

Il menu immagini di Vintage Printable
Chi cerca immagini d'epoca, in particolare immagini scientifiche o naturalistiche, non deve lasciarsi sfuggire Vintage Printable.
La maggior parte delle immagini sono di pubblico dominio, e quindi liberamente utilizzabili, ma ve ne sono anche alcune con licenza Creative Commons 3.0. Queste ultime sono sempre gratuite, ma va citata la fonte quando vengono usate.
Trattandosi per la maggior parte di immagini d'epoca, spesso tratte da libri, non sempre la grandezza e la risoluzione sono ottimali per l'inserimento nelle diapositive a tutto campo.



Visual Abstract con i servizi di Word Cloud

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I servizi di Word Cloud, alias Tag Cloud, o più semplicemente nuvole di parole si prestano a diversi utilizzi.
Recentemente ho iniziato ad usarli per creare un abstract visivo delle mie presentazioni.

Il procedimento è molto semplice copio le note e le incollo nell'apposito spazio in uno dei tanti servizi online. (Il mio preferito è Tagul perchè mi permette di eliminare articoli, avverbi e aggettivi dalla mia nuvola di parole). Seleziono font, forme e colore ed eventuali animazioni.
Word Cloud della mia presentazione "Visual Communication of Economics"

Il risultato è una grafica contenente tutte le parole chiave della mia presentazione, che offre un'idea ben precisa degli argomenti che verranno esplorati.

La Word Cloud può essere inserita nel sito web che pubblicizza un corso, inviata via mail agli iscritti, oppure condivisa via Twitter se sintetizza la presentazione di una conferenza.

Ma le applicazioni del servizio per le presentazioni non si fermano qui. Ad esempio possono essere usate per realizzare un Curriculum Vitae visivo da inserire in una presentazione online, o da inviare a un cliente.
Word Cloud del mio CV ottenuto inserendo le informazioni del mio profilo Linkedin


Altri articoli sull'argomento:

Manuale di redazione medico-scientifica. Abstract, presentazioni e poster

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TuttoSlide avrebbe dovuto rivendicare una specie di ius primae noctis su questo manuale di redazione per metà dedicato a poster e presentazioni, e invece di questo libro ne ho parlato  prima nel mio blog personale, per raccontare come è nata l'idea, e poi in un articolo pubblicato da Prometeus Magazine.

Cristina Rigutto Manuale di redazione medico scientifica. abstract poster presentazioni
Cristina Rigutto
Ma oggi, che finalmente questo testo lo tengo in mano, non posso più omettere di presentarlo anche ai lettori di TuttoSlide.

Lo presento qui perché quello che in molti articoli di questo sito è solo accennato, nel manuale viene spiegato in modo più completo e integrato. Così, se in questo sito 23.535 lettori si sono soffermati sull'articolo "L'ultima slide, nel libro troveranno interessanti indicazioni anche sulla slide di apertura e, ovviamente, su tutta la struttura della presentazione.

Il Manuale di redazione medico-scientifica: Abstract, presentazioni e poster
cerca di rispondere a molte delle domande che mi vengono fatte nel corso della mia vita professionale: "In quale slide si inserisce il nome dei coautori?  L'autore deve anche presentarsi o basta che inserisca il suo nome? Se ci sono più autori come si inseriscono i nomi nelle slide? E come si inseriscono autori e affiliazione nei poster? E' vero che non si deve usare il carattere sottolineato nei poster? Come strutturo una presentazione scientifica (IMRAD)? Posso usare immagini scaricate da internet? Che colori mi suggerisci di usare?"

Anche se il libro è chiaramente indirizzato a medici e più in generale al mondo accademico e ai comunicatori scientifici, il testo è scorrevole e i contenuti sono adatti a tutti.
Ad esempio, il capitolo sugli abstract (e su come far sì che google li trovi) è sicuramente utile a chi si appresta a pubblicare un articolo scientifico, ma ancora di più lo può diventare per lo studente universitario che si trova a scriverlo per la prima volta nella sua tesi.
O ancora, la struttura della presentazione TEDmed che non è dedicata solo ai medici, ma offre spunti interessanti anche a chi deve preparare presentazioni divulgative.

E infine non potevo tralasciare i poster scientifici, una delle voci più ricercate dai lettori di TuttoSlide. In questo capitolo ho cercato di guidare il lettore nella compilazione delle diverse sezioni del poster, mentre ho raccolto tutte le informazioni stilistiche (grafici compresi) nel capitolo "il manuale di stile".

Qui, su TuttoSlide, ho presentato solo i capitoli scritti da me su abstract, poster e presentazioni, ma il il libro offre molto di più perchè affronta anche la redazione dei testi. La prima parte del manuale è, infatti, scritta da +Tiziano Cornegliani, medical writer, che offre preziosissimi suggerimenti per redigere e revisionare un testo. Per un'anteprima dei contenuti vi rimando alla lettura del precedente articolo.


Leggi anche Il racconto della nascita di un libro oppure sfoglia le prime pagine di Manuale di redazione medico-scientifica: Abstract, presentazioni e poster

Come cambiare i font di tutte le slide in un colpo solo

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Se vi siete fati prendere la mano dalla moda dei "fancy font" nelle presentazioni e ora vi hanno stancato e volete tornare ai cari vecchi tradizionalissimi font o se, al contrario, volete ringiovanire una presentazione in Times New Roman adottando un font senza grazie, vi sarete senz'altro preparati spiritualmente all'arduo compito di cliccare ogni singola casella di testo di ogni singola slide, per cambiarne il font.

Potete tirare un sospiro di sollievo in Power Point 2013 c'è una funzione che fa tutto il lavoro per voi.
Accedete alla scheda home e selezionate il comando sostituisci (è subito sotto "trova").
Si apre un menu a tendina che vi offre due opzioni: la sostituzione di testo e la sostituzione di carattere. Scegliete la seconda.
Ora vi basta selezionare il font da modificare e il nuovo carattere scelto, il resto lo fa software per voi.




Slide di immagini con PhotoJet

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Quando le immagini da inserire nelle presentazioni sono più piccole della diapositiva, il risultato non è mai ottimale.
Gli espedienti per migliorare l'estetica complessiva della slide sono molti, ad esempio possiamo modificare l'immagine aggiungendo una cornice che dia l'effetto di una foto appesa con il nastro (vedi istruzioni) oppure modificarne la forma per disporla nello spazio creando l'effetto di una galleria d'arte (vedi istruzioni). Ma se non ci sentiamo particolarmente creativi o abbiamo poco tempo a disposizione, la soluzione ideale è quella di affidarsi a uno dei tanti strumenti online che fanno automaticamente tutto il lavoro per noi.

Uno di questi strumenti, facile da usare e soprattutto gratuito è Photojet. Con Photojet possiamo avvalerci di soluzioni creative in tre passi:
  1. scegliere il template tra i tanti disponibili, 
  2. caricare la foto 
  3. salvare l'immagine scaricandola direttamente sul nostro desktop
Dal momento che il processo è velocissimo, ho preparato alcuni esempi di slide migliorate con Photojet

Slide con immagine singola
(cliccare per ingrandire)


Slide con più immagini di dimensioni o orientamento diverso
(cliccare per ingrandire)

Questi esempi sono stati realizzati con i template già pronti, ma Photojet permette anche di personalizzare le proprie composizioni. Basta selezionare la scheda "Classic" (in alto a sinistra) per accedere al menu dei layout vuoti.
Selezionato il modello, si procede come per i template, caricando l'immagine e trascinandola nel riquadro dove la si vuole posizionare. Una volta che l'immagine è stata inserita è possibile anche ritoccarla aggiungendo qualche effetto speciale, come "vintage" o "lomo", solo per citarne alcuni.

Modalità "Classic"

Photojet dispone anche di una ricca galleria di clip, come nuvolette per il testo, etichette, basi per scritte e logo.

Ho trovato questo software molto semplice da usare e intuitivo. Qualcosa da migliorare c'è, ad esempio se nei modelli vuoti il testo non è ancorato e lo si può muovere  nella posizione desiderata, nei template pronti lo si può modificare, ma non spostare (o almeno io non ci sono riuscita). Ma nel complesso, considerando che questo software è gratuito e che lo si usa direttamente senza bisogno di registrarsi, direi che qualche imperfezione è più che accettabile.

Cinque cose da sapere per parlare al microfono

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Sui microfoni ho imparato molte cose da quanto ci ho parlato dentro la prima volta negli anni Settanta quando ero una giovanissima speaker radiofonica, la più importante è che la riuscita di una buona presentazione dipende molto da come si usa questo piccolo pezzo di tecnologia.

Condivido con voi alcune pratiche, non di quelle che si trovano sui libri, ma quelle che derivano dalla mia esperienza. Forse non andranno bene per tutti, ma spero che qualcuno ne possa trarre vantaggio.

1. Sensibilità del microfono

La prima cosa che ho imparato è che non tutti i microfoni hanno la stessa sensibilità al suono.
I più comuni sono i microfoni multi-direzionali (4) che "raccolgono il suono" anche quando ci spostiamo o giriamo la testa, ma ve ne sono anche altri che sono sensibili solo ai suoni  frontali e laterali (1 e 2) oppure solo a quelli frontali e opposti (3).

Oggi per me la differenza non è più così importante perché negli anni ho imparato a tenere il microfono in modo che la voce si senta sempre anche quando mi muovo, ma agli inizi della mia carriera cercavo sempre di informarmi sul tipo di microfono e, prima dell'inizio della conferenza,  chiedevo di provarlo.
Questo mi aiutava anche a trovare il "punto dolce" ovvero quella posizione che permetteva al microfono di rendere la mia voce al meglio.

2. Distanza dal microfono

Quando il microfono è fisso, va portato alla giusta distanza. Inutile allungarsi, abbassarsi o alzare il capo per avvicinarsi al microfono, meglio spostarlo o regolarlo a circa venti centimetri dalla bocca.
Io per regolarmi faccio così: apro il palmo della mano, appoggio il pollice sulle labbra e avvicino il microfono finché lo tocco con la punta del mignolo.
A questa distanza la mia voce si sente bene, e il microfono non produce quei piccoli schiocchi che si sentono quando si pronunciano  le lettere "b"o "p", o i sibili che si odono quando pronunciamo la "s".

3. Posizione del microfono

L'etichetta vuole che il microfono non venga tenuto davanti alla bocca per non nascondere parte del volto.
Vi è tuttavia un motivo molto più pratico per cui io non lo faccio mai. Quando tengo una presentazione, uso sempre la modalità relatore per avere accesso al menu di navigazione o, più semplicemente, per dare un'occhiata alle note. Preferisco posizionare il microfono sotto il mento, in questo modo quando giro il capo verso lo schermo si continua a sentire la voce perché rimango nell'area di sensibilità del microfono.
Se, invece, il microfono è di quelli da tenere in mano lo posiziono sotto il mento e immagino che sia collegato al mio mento da un'asticella rigida. In questo modo ogni volta che giro la testa mi ricordo che il microfono deve girare con me seguendo sempre la mia bocca,  e non rischio che la platea senta la mia voce a scatti.

4. Volume del microfono

Nella maggior parte dei convegni è presente un tecnico che ci chiede di parlare con il nostro tono di voce abituale per poter regolare il volume del microfono in modo che l'audio sia sempre ottimale. Io in pubblico io tendo a parlare con un tono di voce molto alto, così per non rischiare una regolazione del volume che diminuisca l'impatto della mia voce, quando faccio il test abbasso leggermente il tono di voce.

5. Microfoni a clip

Sono una donna e non mi faccio mai trovare impreparata per un microfono a clip. Sembrerà un'affermazione strana, ma io indosso spesso abiti e gli abiti non offrono nessun aggancio per l'amplificatore della voce portatile. Per non rischiare di doverlo tenere in mano indosso una gonna, o una giacca con tasche oppure, più semplicemente, una cintura.
Aggancio sempre il microfono a clip per non rischiare di sfiorarlo accidentalmente quando mi muovo. A volte basta alzare il braccio per indicare qualcosa con il puntatore laser, e il bavero della giacca si sposta sul microfono provocando un rumore che potrebbe risultare irritante per il pubblico.
Infine mi assicuro sempre di agganciarlo nel lato dove so che tenderò a girare la testa più spesso.


Quando copi i miei articoli nel tuo blog (anche se li riscrivi  modificandoli leggermente) ricordati di mettere sempre un link a TuttoSlide. 

Public Speaking per ricercatori. In ottobre in diretta streaming da Padova

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Il 15 e 16 ottobre sarò relatore al convegno "Per una scienza partecipata" che si terrà a Padova. Terrò un corso intitolato "Public Speaking for Science Outreach".
L'intero convegno verrà trasmesso in streaming quindi chi non è iscritto può seguirlo comunque gratuitamente online.

"Public Speaking for Science Outreach" ... Ho scelto un titolo in inglese perché non disponendo dei termini precisi in italiano, avrei dovuto titolare: " Parlare e presentare in pubblico la ricerca, con lo scopo di stimolare la riflessione sulle applicazioni della ricerca scientifica e delle sue implicazioni per la società, e con lo scopo di stimolare le carriere scientifiche", e temevo di dimenticarlo già dalla prima slide ;)

Nonostante il titolo, però, il corso sarà in lingua italiana.
Lo segnalo qui, su TuttoSlide, perché anche se è un corso disegnato per studenti di dottorato, post-doc e ricercatori, è un corso molto semplice e adatto a tutti coloro che ancora non si sentono esperti nell'arte di presentare in pubblico.

Il public Speaking è un argomento vastissimo e non ho la pretesa di affrontarne tutti gli aspetti, ma cercherò di fornire pochi, validi strumenti utilizzabili da tutti sin dalla prossima presentazione. Alcuni li ho già descritti nel libro Manuale di redazione medico-scientifica. Abstract, presentazioni e poster, ma molti saranno del tutto inediti.

Non svelo subito tutti i contenuti, ma anticipo che parlerò di titoli, di come questi possono servirci ad attirare il pubblico che ci interessa, di attacchi (lo sapevate che ce ne sono più di 100?) e parlerò molto anche di immagini, perché stiamo entrando in un mondo sempre più visivo senza averne la cultura, e rischiamo sempre più (soprattutto in campo scientifico) di usare immagini che confondono anziché chiarire.
Infine (anzi all'inizio) mi concentrerò sulla figura del relatore. Niente PNL e niente teatro! Non è il mio campo. Quello che offrirò, invece, sono dei suggerimenti per affrontare al meglio il momento delle domande e risposte perché, soprattutto per i ricercatori, questo è il momento più delicato.  E condividerò dei suggerimenti per parlare al pubblico in modo non semplificato bensì semplice.

Lo stream Twitter sarà sull'hashtag dell'evento: #scipar, se vi avanza qualche carattere quando tocca a me aggiungete anche #tuttoslide.
Risponderò alle domande alla fine (quindi il 16), se volete potete inviarmi le vostre via Twitter.





Per maggiori informazioni visita il sito del convegno "Per una scienza partecipata"

Come scegliere i colori per una presentazione

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Le mie presentazioni sono quasi tutte a sfondo bianco, con testo grigio o nero. Uso altri colori è vero, ma con parsimonia perché so bene quanto un colore possa distrarre soprattutto se è troppo acceso o, al contrario, troppo pallido. Oppure se non offre un buon contrasto tra testo e sfondo.

Cerco di rispettare il più possibile la regola del tre : "Usare solo tre colori, tinta di sfondo compresa", ma quando me ne servono di più, per essere sicura di ottenere una presentazione "cromaticamente perfetta" ricorro ad uno dei tanti strumenti gratuiti online.

Il mio preferito è Adobe Color CC. Come lo uso? Mi collego al servizio e guardo tra le palette di colore già pronte se c'è qualcosa che si adatta alla mia presentazione. Se invece ho già in mente dei colori, siano essi fluo, caldi o freddi, uso la ruota del colore interattiva.


E' facilissima da usare, seleziono dal menu che tipo di colori desidero utilizzare (analoghi, complementari, ecc) e ruoto i cursori con il mouse fino a che ho composto la paletta che mi interessa.

Già ma poi come inserisco questi colori in Power Point ?

Sotto ogni quadrato colorato sono riportati i codici che identificano il colore. Copio i codici RGB, vado su Power Point e seleziono il menu colore (del carattere o della forma da colorare). Dal menu a tendina scelgo "altri colori" e la scheda "personalizzati".
Qui inserisco manualmente i codici RBG, dove R sta per rosso, G per verde, B per Blu.
 

Ripeto l'operazione per tutti i colori scelti: Chi vuole (ma non è indispensabile) può anche salvare l'intera paletta in un tema personalizzato.

Ti potrebbe interessare anche:

Presentazioni online con BUNKR

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Tra i molti servizi di presentazioni online, uno ancora in fase di beta test promette bene. Si tratta di Bunkr, un'applicazione che permette di realizzare presentazioni con contenuti online: immagini, audio, video, post di Facebook, tweet, pagine web, presentazioni complete e molto altro.

Il servizio è semplicissimo da usare. Si sceglie il formato della slide: a tutto campo, con titolo, con due o più sezioni per inserire contenuti diversi.

Cliccando le diverse icone si apre una finestra che permette di incollare il link dei contenuti da inserire, o di caricare dal proprio computer immagini o presentazioni.

Qui sotto ho inserito tre slide di esempio.
  1. contiene tre sezioni: nella prima colonna è stata inserita una pagina web che si apre cliccando sul link, nella seconda colonna un post da Facebook, nella terza un tweet contenente un breve video (cliccando sulla freccia si avvia);
  2. Contiene una mappa google e una presentazione (cliccare sulle frecce per visionarla);
  3. contiene un'immagine interattiva (passando il mouse sopra le icone a forma di punta di freccia si attivano i contenuti web) e un'immagine caricata da pc.


La presentazione può essere condivisa via web attraverso un link, inserita in un sito, oppure scaricata in formato .PDF (in questo caso però il file sarà statico e si perderà ogni interattività).

Il servizio è ancora in fase sperimentale e presenta alcune limitazioni, ad esempio non è ancora possibile scegliere tipo e altezza dei fonts, ma queste limitazioni sono superate dalla varietà di contenuti dinamici che possono essere inseriti.
Un servizio da provare, non solo per le presentazioni, ma anche per realizzare portfolio, curriculum, o per documentare eventi.

Visualilzza un altro esempio di presentazione realizzata con Bunkr 

Come disegnare sketchnotes. Intervista a Jacopo Sacquegno

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Lo sketchnote più famoso risale al 1946, lo disegnò Ad Reinhardt per illustrare l'arte moderna in America. Da allora questa forma d'arte ha trovato una serie di applicazioni pratiche diverse, prima fra tutte il "conference graphic recording", ovvero la trascrizione grafica di una conferenza.

Avere in tempo reale uno sketchnote della propria conferenza è un "must" che ogni relatore oggi dovrebbe avere.  E non lo dico solo per vezzo personale, ma anche e soprattutto perché uno sketchnote che riassume i punti chiave di un discorso viaggia nei social molto più velocemente di una presentazione caricata su Slideshare o su qualsiasi altro servizio.
E' di impatto, è condiviso in tempo reale e non a fine evento, e soprattutto ci permette di verificare cosa è passato del nostro messaggio.

Sketchnotes delle mie conferenze realizzati da Jacopo Sacquegno e condivisi via Twitter

Proprio perché ritengo che ogni relatore (o organizzatore di eventi) dovrebbe investire qualche risorsa per garantirsi questo strumento prezioso, ho pensato di intervistare il mio disegnatore di sketchnote ufficiale: Jacopo Sacquegno.

Jacopo Sacquegno mentre disegna in tempo reale, al TEDx Bari
Jacopo è un giovane laureato in biologia molecolare, che ha messo insieme le sue due grandi passioni, scienza e grafica, e le ha trasformate in una professione: il graphic recording di eventi, soprattutto scientifici, e l'uso di sketchnotes per visualizzare concetti e guidare la lettura di testi complessi.

In questa intervista Jacopo racconta ai lettori di TuttoSlide come ha iniziato questa carriera e condivide dei suggerimenti preziosissimi per aiutare chi vuole intraprendere questa professione.

L'intervista a Jacopo:

Caro Jacopo, vuoi raccontarci come hai iniziato la tua carriera di disegnatore di "Sketchnotes"?
Ho iniziato un po’ per caso, diciamo che il mondo del visual thinking ha trovato me. Sono sempre stato appassionato di disegno e grafica, probabilmente da quando ho potuto prendere una matita in mano (per poi, negli anni, passare ai pennelli, o al pc). Inoltre, visualizzare e schematizzare è sempre stata per me una strategia semplice (anzi a volte addirittura essenziale) per imparare ed apprendere cose nuove.
Circa un anno e mezzo fa, grazie ad una cara amica che ha tenuto una lezione formativa sugli sketchnotes a studenti universitari, ho potuto entrare in contatto con questo strumento. Inizialmente, per la verità, non ne fui particolarmente colpito, ma cominciando a sperimentare scoprì che mi era perfettamente congeniale, per come univano la mia passione per la grafica alla mia abitudine di schematizzare le informazioni per lo studio o il ragionamento. Da lì mi si è aperto un mondo, di cui non sospettavo l’esistenza e che ora sto abbracciando con entusiasmo.
Sketchnote di Jacopo Sacquegno
Sketchnote di Jacopo Sacquegno
Ci racconti come hai trasformato questa tua passione in professione?
Dietro questa tua passione per le sketchnotes solo per passione o hai un obiettivo professionale
Da quando ho iniziato, gli sketchnotes hanno progressivamente iniziato a fare parte di me, per cui ormai li uso spessissimo per tante di cose: dallo studio, allo stilare “to-do-list”, al visualizzare i miei pensieri ed idee quando non sono chiari. È uno strumento che, se è nelle tue corde, cominci ad utilizzare ogni volta che hai bisogno di visualizzare i tuoi pensieri o di schematizzare delle idee.
Tuttavia, dopo aver scoperto che ci sono delle vere e proprie professioni basate sul visual thinking, ho capito che questa poteva essere anche una bella strada lavorativa. Non solo perché metteva insieme la creatività grafica e la trasmissione visuale delle idee, ma anche perché ho intravisto quasi subito le sue potenzialità come strumento per la comunicazione tecnica e scientifica in modo efficace e chiaro anche per i non addetti ai lavori, una tematica che in un modo o nell'altro mi ha sempre interessato.
L’obiettivo che sto perseguendo in questo momento è cercare collaborazioni professionali ed occasioni di lavoro che mi consentano di esplorare le diverse potenzialità di applicazione di questo strumento. Dal lavoro a mano a quello in digitale sul tablet, dal formato in piccolo degli sketchnotes a quello in grande dello scribing, fino all'utilizzo degli sketchnotes per lavori più dinamici come presentazioni, video ed animazioni in digitale.
Mi rivolgo soprattutto a professionisti che scrivono sul web o che tengono presentazioni o seminari e cercano un supporto visuale per le loro parole, ad organizzazioni che desiderano un servizio di graphic recording per meeting o conferenze da rendere ancora più coinvolgenti e a chi ha bisogno di veicolare contenuti tecnici e specialistici con maggiore impatto e semplicità. Da Biologo, ho inoltre particolare interesse nell'utilizzare il visual thinking per la comunicazione e la divulgazione di argomenti legati alle scienze della vita.
Alcuni sketchnoters disegnano rigorosamente tra le pagine di una Moleskine, altri su fogli sciolti. Tu dove preferisci raccogliere i tuoi disegni?
Il formato che uso per i miei sketchnotes varia a seconda dei contenuti da visualizzare e delle esigenze comunicative. Ho iniziato anch'io lavorando su una Moleskine classica 13x21cm a fogli bianchi, e ogni tanto la uso ancora, anche se più che altro per sketchnotes personali. Spesso ora utilizzo un blocco schizzi A4 rilegato a spirale, soprattutto se devo fare riassunti visuali di testi scritti. Per esigenze di sketchnoting di eventi dal vivo o in streaming sto invece utilizzando spesso fogli sfusi più grandi, di formato A3. Generalmente, più è esteso il contenuto da visualizzare, maggiori sono le dimensioni del supporto che uso, ma non è una regola generale (ho "sketchato" conferenze TED di un quarto d’ora su Moleskine come su fogli da 100x70cm sulla lavagna a treppiede).
Sketchnote di Jacopo Sacquegno
Sketchnote di Jacopo Sacquegno
Hai un portfolio online dei tuoi lavori?
Certo, per ora si trova su jacoposacquegnographics. Il sito è dinamico e in espansione, dato che aggiungo materiale e sezioni ad intervalli regolari man mano che la mia attività e la mia produzione crescono. È una vetrina dei miei lavori personali migliori e delle mie collaborazioni professionali. Ho anche una piccola sezione blog all'interno del sito dove saltuariamente condivido consigli tecnici per chi vuole imparare a fare sketchnotes o resoconti delle mie esperienze di Graphic Recording particolarmente interessanti (soprattutto se ho a che fare con contenuti scientifici). Molti dei miei lavori li condivido anche sui miei profili Twitter e Facebook.
Sketchnote di Jacopo Sacquegno
Sketchnote di Jacopo Sacquegno
Qual è il processo che segui per disegnare lo sketchnote di una conferenza?
In questo processo, oltre che dall'esperienza, ho attinto molto dagli insegnamenti e dai consigli di due esperti sketchnoter come Mike Rohde e Doug Neill. La strategia che seguo generalmente, allo stato attuale, può essere schematizzata così:
  1. Prima della conferenza, se possibile, do una rapida occhiata all'eventuale introduzione dello speech e ad informazioni sull'autore, in modo da poter avere una minima idea dell’argomento e magari della struttura da dare allo sketchnote, per poter stabilire una prima gerarchia tra punti principali e secondari.
  2. Tenendo bene a mente l’argomento, cerco di rendermi conto se il mio “vocabolario visuale” è abbastanza pronto. In altre parole, conservo una crescente serie di icone disegnate da utilizzare per esprimere rapidamente determinati concetti, in modo da non perdere tempo a visualizzare qualcosa che non ho mai rappresentato graficamente mentre ascolto lo speech ed evitare di deconcentrarmi. Nel caso in cui ci siano alcuni concetti che effettivamente mi accorgo di non aver mai rappresentato, li disegno in quel momento e li aggiungo al mio vocabolario, che in questo modo diventa sempre più variegato.
  3. Poco prima di iniziare, dopo aver scelto il formato (grande/piccolo, orizzontale/verticale…) preparo un template sul foglio, che di solito include il titolo dello speech e il ritratto dell’autore, oltre che la mia firma e il mio contatto.
  4. Da lì in poi, si tratta di essere concentrati nel cogliere i punti principali del discorso, che sono quelli che scrivo per primi e con un font più evidente. Mentre cerco di memorizzare quello che viene detto, arricchisco progressivamente lo sketchnote di particolari e di immagini più complesse per entrare nel dettaglio e connetto tra loro le idee con frecce e container, sfruttando i momenti di pausa o quelli in cui le parole dello speaker possono venire tralasciate o riassunte.
  5. Al termine, se voglio condividere rapidamente lo sketchnote sui social network, faccio una foto e la posto così com’è. Per meglio raccogliere e conservare i lavori, li scannerizzo successivamente, trasferendoli in formato digitale e ripulendoli da imperfezioni.
    Ritieni che questa tecnica potrebbe essere utilizzata con successo anche per realizzare delle presentazioni, quali sono secondo te i pro e i contro?
    I disegni, le icone ed i font in stile sketchnotes, sia a mano sia in digitale, si prestano molto bene ad arricchire e personalizzare in modo unico una normale presentazione PowerPoint, soprattutto perché possono fornire delle metafore visuali da associare ai testi e possono essere creati con uno stile unitario che caratterizzerà tutta la presentazione, a differenza delle comuni foto ed immagini prese per l’evenienza da internet. Già così, l’impatto è assicurato: recentemente ho lavorato preparando degli sketchnotes per una presentazione PowerPoint che doveva servire come supporto ad un discorso in un forum, e la speaker mi ha poi raccontato che, dalla platea, le persone che hanno scattato foto alle slide erano davvero numerose. Un livello ancora successivo, e secondo me dalle potenzialità ancora maggiori, è la possibilità di utilizzare gli sketchnotes come base per creare intere presentazioni con un software dinamico come Prezi, unendo così la non linearità della presentazione alla personalizzazione data dagli sketchnotes.
    Sketchnote di Jacopo Sacquegno
    Sketchnote di Jacopo Sacquegno
    Quali sono i cinque consigli che daresti a chi vuole imparare/migliorare questa tecnica?
    1. Prima ancora che a disegnare e ad acquisire capacità grafiche, se volete prendere appunti tramite sketchnotes dal vivo dovreste allenare molto le vostre capacità di ascolto e di sintesi, che per registrare graficamente un evento in tempo reale sono fondamentali;
    2. Cominciate con semplicità, magari aggiungendo solo icone e disegnini ai margini dei vostri normali appunti ed utilizzando materiali e supporti comuni e poco costosi;
    3.  È importante raccogliere una serie di icone, disegnabili con pochi tratti e in un processo facile da memorizzare, che rappresentino concetti o idee ricorrenti nei contenuti che siete soliti visualizzare con gli sketchnotes, in modo da creare un vostro “vocabolario visuale” pronto all'uso;
    4. Non pensate alla qualità dei vostri disegni, pensate a quanto sia comunicativo lo sketchnotes nel suo insieme ed alle idee che volete esprimere, anche nel caso non lo dobbiate leggere solo voi. L’importante è che sia chiaro;
    5. Se trovate che la scrittura grafica sia uno strumento che si adatti a voi, sperimentate sempre per cercarne utilizzi nuovi: un diario di viaggio, una ricetta di cucina, una lista di cose da fare… familiarizzate sempre di più.
    Sketchnote di Jacopo Sacquegno
    Sketchnote di Jacopo Sacquegno
      Secondo te è vero che chiunque con impegno e applicazione può diventare un disegnatore di sketchnotes o bisogna possedere anche doti artistiche e creatività?
      Un concetto che Mike Rohde ripete spesso nei suoi libri è “ideas, not art”. Soprattutto se gli sketchnotes che volete fare sono ad uso e consumo unicamente vostri, non bisogna preoccuparsi di saper disegnare o essere esperti di grafica; basta che le immagini che create comunichino sufficientemente bene i concetti che descrivono. Non credo ci sia dubbio, certo, che la conoscenza di base del graphic design possa avvantaggiare, ad esempio fornendo delle regole precise per organizzare il layout della pagina e per definire la gerarchia delle idee, soprattutto attraverso l’utilizzo dei font. Allo stesso modo, la bravura nel disegno può aiutare ad avere un tratto sicuro e rapido nel creare immagini chiare. Tuttavia, trovo che imparando a scomporre gli oggetti che ci circondano in poche linee rette e curve, si può facilmente tornare a disegnare con sicurezza e spontaneità come molti facevano già da bambini, senza preoccuparci troppo dell’estetica ma badando alla comunicatività. E non bisogna dimenticare che, al di là della creatività e delle doti artistiche, ugualmente e forse più importanti per creare sketchnotes di una conferenza dal vivo sono le capacità di ascolto selettivo e di sintesi; se mancano quelle, l’arte non basta certo. 
      Quali libri o risorse consiglieresti a chi vuole approcciarsi a questa tecnica?
      Credo che l’introduzione necessaria per chiunque voglia iniziare con gli sketchnotes sono i due manuali del loro “inventore” Mike Rohde, The Sketchnote Handbook
      (una guida di base che spiega come sono nati gli sketchnotes, come e perché sono utili per pensare in modo visuale o memorizzare informazione e come fare per crearli ed integrare i vostri appunti con le immagini, anche se pensate di non saper disegnare) e The Sketchnote Workbook
      (che mostra come portare ad un livello superiore le abilità apprese con il primo manuale ed utilizzarle per tanti altri scopi, oltre che per prendere appunti ad una conferenza). Una risorsa online che trovo ottima è il corso di Doug Neill su VerbalToVisual, che è organizzato in moduli molto dettagliati con diversi esercizi su ciascun aspetto degli sketchnotes, sia per quanto riguarda la loro creazione sia per quanto riguarda le loro applicazioni pratiche.
      Come può contattarti chi desidera ingaggiarti per lo sketchnote di un evento?
      Potete scrivermi nella sezione Contact del mio sito Jacopo Sacquegno Graphics, attraverso Linkedin o su Twitter come @JSacquegno
      Sono disponibile per il graphic recording di un evento, la creazione di presentazioni personalizzate con sketchnotes ed ogni altra esigenza per cui il mio lavoro possa essere utile per la comunicazione visuale delle idee. Come ho detto, la scrittura grafica è in effetti uno strumento molto versatile che si presta a numerosi utilizzi, e tramite le mie collaborazioni sto sperimentando direzioni sempre nuove in cui esso può essere applicato.



      Public Speaking Tips: Come guardare il pubblico

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      Ormai nessuno legge più le slide (almeno spero), ci siamo tutti abituati a presentazioni ricche di immagini e quando abbiamo bisogno di una traccia scritta, perché la nostra presentazione è molto lunga e non vogliamo rischiare brutte figure, ricorriamo alla visualizzazione relatore.

      Già, ma se non leggiamo dove guardiamo? Sicuramente dobbiamo guardare il pubblico e questa non è sempre un'azione semplice. Rischiamo di fissare lo sguardo troppo a lungo su una persona oppure di non sfiorarla affatto nemmeno con la coda dell'occhio.

      Una semplice strategia per coinvolgere tutta la platea con lo sguardo è quella di fissare un punto di partenza e poi muovere lo sguardo in diagonale e in orizzontale in modo da non tralasciare nessuno.
      Non vi descrivo il movimento a parole, ma lo illustro con un'immagine
      Ovviamente un po' di allenamento a casa va fatto prima di affrontare una platea, ma se ci si abitua a questo movimento dopo un po' viene naturale.

      Una volta che ci sentiamo sicuri, impariamo a fare delle brevi interruzioni in questa scansione del pubblico per focalizzare lo sguardo su persone che ci sembrano particolarmente coinvolte. 
      In questo modo le persone hanno la sensazione che parliamo direttamente con loro. Ovviamente, non dobbiamo concentrare troppo a lungo l'attenzione su una stessa persona. La durata ideale è quella di una frase.
      Si guarda una persona, si inizia la frase e la si conclude prima di volgere lo sguardo altrove.
      Difficile? All'inizio sì, ma se si ha familiarità con il contenuto della propria presentazione e con la sequenza delle slide, tutto sembra più semplice.
      Un ultimo suggerimento: quando muoviamo lo sguardo come nella prima figura, facciamo attenzione a mantenere il contatto visivo con le persone. Se, infatti, teniamo lo sguardo alto sopra le loro teste, corriamo il rischio di sembrare arroganti e disinteressati. 

      Storytelling a fumetti con Fotojet. Per presentazioni sempre più efficaci

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      La moda dei fumetti nelle presentazioni impazza. Che si tratti di schizzi appena abbozzati che ricordano i disegni della nostra infanzia, di sketchnotes, o di disegni elaborati con qualche software, ormai non c'è presentazione che non ne contenga qualcuno.
      Ma impazza anche la moda dello stoytelling, soprattutto tra le aziende.
      E allora perché non fare un passo avanti e provare ad unire storie e immagini, per realizzare il classico fumetto da utilizzare al posto della tradizionale presentazione online?

      Immagini di Cristina Rigutto, Fumetto realizzato con Photojet
      Per non fare troppa fatica partiamo dalla tradizionale presentazione aziendale, quella che racconta la storia dell'azienda, scegliamo le foto più rappresentative e condensiamo il testo che le accompagna in pochi caratteri.

      Avviamo Fotojet (un software online gratuito con cui si possono anche realizzare slide di immagini) e selezioniamo l'opzione Photo Comic.

      Nella finestra che si apre a sinistra avremo una serie di layout tra qui scegliere per realizzare il nostro fumetto, a destra il menu per caricare le immagini che abbiamo scelto.
      Carichiamole e poi trasciniamole con il mouse all'interno dei diversi riquadri, nell'ordine desiderato. Clicchiamo all'interno delle nuvolette per modificare il testo, oppure scegliamone di diverse dal menu di sinistra (Clipart - Bubble).

      Quando abbiamo terminato scarichiamo tutte le immagini, avviamo Power Point, cambiamo le dimensioni delle diapositive in formato A4 verticale e carichiamo le pagine del fumetto, una per ogni slide.
      Apriamo la scheda 'transizioni' e selezioniamo 'orecchia di pagina'. Applichiamo l'effetto a tutte le slide. Passiamo ora in modalità presentazione per sfogliare le pagine proprio come in un vero fumetto.



      Per condividere l'immagine nel tuo sito usa questo codice:






      Libri sulle presentazioni

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      Natale è alla porte e allora perchè non regalare (o regalarsi) un libro per migliorare le proprie presentazioni?

      Di libri su questo tema ce ne sono moltissimi, non c'è che l'imbarazzo della scelta, da quelli popolarissimi di Nancy Duarte ai classici sulle presentazioni Zen .
      Ma se cerchiamo qualcosa di più specifico la ricerca si fa più difficile perché ci sono tantissimi testi interessantissimi che possono aiutarci a muovere i primi passi nella conoscenza della comunicazione visiva, ma forse non sono immediatamente utili per provare a mettere in pratica i concetti.
      Meglio iniziare con alcuni manuali dal taglio pratico e soprattutto molto illustrati. Vi dico quali sono entrati di diritti nella mia libreria personale:

      Libri sui grafici

      In inglese

      Uno dei testi che consulto più spesso su questo argomento è: The Wall Street Journal Guide to Information Graphics: The Dos and Don'ts of Presenting Data, Facts, and Figures (disponibile solo in lingua inglese)
      Sicuramente il miglior manuale sui grafici. Ricchissimo di esempi illustrati e di facile consultazione, questo libro spiega in modo semplice come disegnare grafici efficaci.
      Il libro apre illustrando le linee guida per scegliere font, colori, design, livelli di informazione, ma la mia parte preferita è senz'altro quella che l'autrice definisce "chart smart". In questa sezione, infatti, vengono messi a confronto su due pagine esempi di grafici (a linee, barre, torte, mappe, tabelle) errati e corretti.
      In una pagina vengono illustrati e commentati gli errori più comuni che si commettono disegnando i grafici, nell'altra si suggeriscono delle soluzioni.
      Gli esempi comprendono sia le soluzioni più semplici sia quelle più complesse. E, per i più esigenti c'è anche un intero capitolo che illustra come calcolare una media o una media ponderata, un cambio percentuale o la percentuale di una percentuale, tutto sempre con esempi semplici e illustrati.

      Per i più esperti

      In italiano non ho trovato un vero sostituto del libro descritto sopra.
      Ce ne sono di molto buoni come Tecniche grafiche di analisi e rappresentazione dei dati, che però non è di facile e rapida consultazione come il precedente ma è scritto con la rigorosità del testo accademico.
      È, tuttavia, un ottimo libro che affronta in modo rigoroso e puntuale le tecniche di rappresentazione grafica e può essere particolarmente utile a chi vuole saperne di più su forme di visualizzazione più complesse come: grafici di scostamenti, ramo-foglia, a raggi, cunei, scale logaritmiche ecc.
      Un libro più adatto ad uno studente universitario o al data scientist che al manager aziendale.

      Per tutti (anche chi non usa i grafici)

      Infine un libro che non manca nello scaffale della mia libreria dedicato ai grafici è Mentire con le statistiche.
      Questo libro lo suggerisco non tanto a chi vuole imparare a disegnare i grafici, quanto a chi vuole imparare a leggerli.
      E' un libro divertente e scorrevole, che si legge velocemente, ma che fa riflettere su come, troppo spesso, i dati reali vengono rappresentati in modo distorto con il chiaro scopo di ingannare chi li guarda.
      Un libro, questo, utile a tutti e non solo a chi fa presentazioni.

      Libri di presentazioni scientifiche

      In italiano

      Un libro che non può mancare nella mia libreria - ci mancherebbe! L'ho scritto io con Tiziano Cornegliani -  è il Manuale di redazione medico-scientifica: Abstract, presentazioni e poster.
      La differenza principale tra questo libro e i molti altri pubblicati sulle presentazioni scientifiche, è che questo è stato scritto con un occhio al web. Ho cercato, infatti, di inserirvi dei suggerimenti per indicizzare le presentazioni online. Un po' perché sempre più ricercatori usano servizi come f1000  e un po' perché ci sono molte presentazioni, soprattutto quelle destinate al pubblico (caffè delle scienze, festival ecc.), che possono essere caricate in uno dei tanti servizi online, per garantire la loro diffusione presso un pubblico più ampio e per dare maggior visibilità all'autore.
      Inoltre, nel libro distinguo tra la struttura delle presentazioni scientifiche tra pari (metodo IMRAD) e quelle per il pubblico (TEdmed compresi), oltre a fornire dei suggerimenti per scrivere l'abstract per partecipare ai "call for papers". Scarica l'indice del libro.

      In inglese

      Designing Science Presentations: A Visual Guide to Figures, Papers, Slides, Posters, and More (disponibile anche nella versione ebook). Questo libro si trova solo in lingua inglese, ma è ricco di esempi illustrati ed è di facile consultazione.
      La critica principale che è stata mossa a questo libro, è che non dice nulla di diverso da quello che già si può trovare nei già citati testi di Nancy Duarte. Io però non sono completamente d'accorso. È vero che l'autore attinge alle tecniche di design delle presentazioni standard, ma è anche vero che li ha adattati alle presentazioni scientifiche. Inoltre, mette in luce alcuni aspetti non considerati nei testi di presentazioni commerciali come, ad esempio, le linee guida etiche per l'elaborazione dell'immagine scientifica e la sua etichettatura.
      Il libro affronta sia gli argomenti classici delle presentazioni (font, colore, layout, immagini, video, grafici, diagrammi, tabelle, ecc.) sia quelli meno ovvi, quali: come presentare senza slides, distinguere tra parole inglesi simili, le differenze tra i principali tipi di conferenza (lecture, symposium, seminar ecc.) e le relative presentazioni, i poster scientifici.
      Il pregio principale di questo libro è la struttura che ne permette una consultazione rapidissima.


      TuttoSlide sospenderà la pubblicazione per le festività natalizie.
      Buone feste a tutti!



      Duplicare un oggetto in Power Point

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      I mini manuali di Power Point: Due metodi per duplicare un oggetto

      Accedere agli archivi di immagini gratis da Power Point

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      Stanchi di passare continuamente da Power Point al browser per cercare un'immagine? Allora è il momento di potenziare Power Point con Pickit,  un'applicazione che ci facilita il compito.

      Pickit è una app gratuita, si installa attraverso lo store di Microsoft e si avvia direttamente in Power Point (ma funziona anche in Word). Una volta aperta ci permette di accedere a un ampio archivio di clipart, icone e foto gratuite o, se siamo particolarmente esigenti, di acquistarne di nuove.

      Vediamo passo dopo passo come fare.

      Come sempre avviamo Power Point e, dalla scheda file, verifichiamo che il nostro account sia connesso al server di Microsoft. Se non si possiede un account Microsoft è necessario attivarne uno.
      Una volta connessi, apriamo una presentazione (anche vuota) e cerchiamo l'applicazione nello store digitando "Pickit" nella casella di ricerca. Selezioniamo l'aplicazione e clicciamo su "attendibile" nella finestra che si apre. (La procedura è illustrata nell'immagine 1)


      Apriamo ora la presentazione nella quale dobbiamo inserire le immagini e procediamo come indicato nell'immagine 2


      L'applicazione si aprirà in un pannello laterale all'interno di Power Point. Possiamo effetuare la ricerca in vari modi:

      1. Per collezione, aprendo una delle cartelle tematiche.
      2. Digitando una parola chiave all'interno della casella di ricerca (unico limite ahimè, la ricerca funziona solo in lingua inglese)
      3. Per categoria, selezionando l'argomento desiderato dal menu a tendina.



      Una volta scelta l'immagine, per inserirla nella presentazione non ci resta che selezionarla e trascinarla con il mouse all'interno della slide.


      Come usare Impress da chiavetta USB

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      Impress, il software di presentazioni incluso  in LibreOffice, sta diventando sempre più popolare e non solo perchè è gratuito.

      Impress, infatti, è un applicativo di tutto rispetto, semplice da usare e veloce. Manca di alcune funzioni tipiche di Power Point, come la potente suite grafica e la visualizzazione relatore, ma a onor del vero bisogna dire che la maggior parte delle persone non le utilizza comunque.

      Vale la pena allora di provare questo software che nel tempo si è evoluto moltissimo, arricchendosi di molte delle funzioni abitualmente fornite dai soli applicativi a pagamento.
      Il download si può effettuare dal sito di LibreOffice, ma chi non vuole installare Impress sul proprio pc può anche scaricare la versione portable e installarlo su chiavetta usb.
      Le opzioni di installazione su chiavetta sono due:  "stand-alone" oppure all'interno di una piattaforma dedicata. Il programma nella versione portable è  in inglese, ma una volta installato basta modificare la lingua nelle impostazioni per passare alla versione in italiano.

      Installazione di Libre Office stand alone

      Scarichiamo LibreOffice e salviamolo su una chiavetta USB, quindi clicchiamo sul file eseguibile e seguiamo la semplice procedura di installazione.

      Installazione di Libre Office con Piattaforma Portable Apps

      Scarichiamo prima la piattaforma Portable  e salviamola direttamente su chiavetta. Quindi avviamo l'installazione del software. Si aprirà una finestra di dialogo che chiede quali software desideriamo installare.


      Selezioniamo LibreOffice e tutti i software che ci possono interessare. Sono tutti gratuiti e funzionano tutti da chiavetta quindi possiamo portarli con noi e avviarli da qualsiasi pc.
      Al termine dell’installazione avviamo PortableApps e sullo schermo in basso a destra apparirà un menu a tendina dal quale possiamo accedere ai vari software o alle cartelle documenti salvate in chiavetta.


      A chi sceglie questa seconda opzione suggerisco di utilizzare una chiavetta USB abbastanza capiente, in modo da avere sempre spazio a disposizione per scaricare nuovi software o salvare i propri documenti.
      Io ho scelto una memoria USB super compatta da 128 GB, in modo da usarla come un disco di memoria esterno, ma grazie alle sue microscopiche dimensioni, senza l'ingombro dell'unità esterna.
      In commercio vi sono anche versioni più economiche rispettivamente da 64 GB da 32 GB, ma se usate solo LibreOffice anche una qualsiasi pennetta da 16 GB può fare al caso vostro.



      Power Point Designer il tool per generare layout automatici

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      Power Point 2016 offre una serie di novità interessanti. La più semplice, ma sicuramente più utile alla maggior parte degli utenti è Power Point Designer, un servizio che genera automaticamente una serie di layout per le slide con immagini.
      Questa opzione dedicata principalmente a chi non ha competenze grafiche è utile anche ai più esperti, che utilizzandola risparmieranno molto tempo.

      Per avviare Designer è sufficiente  inserire un'immagine nella diapositiva. Al primo utilizzo comparirà un messaggio che chiede di confermare l'attivazione del servizio. Confermiamo e si aprirà subito la barra verticale "idee per progetti" dove ci vengono proposte una serie di possibili combinazioni di layout, colore e testo.



      Il servizio offre 8 diverse combinazioni di layout e colore. Selezionando una delle opzioni visualizzate si applica automaticamente lo stile scelto alla diapositiva.


      Se per errore abbiamo disattivato Designer o rifiutato l'attivazione, possiamo riattivarlo in qualsiasi  momento seguendo il percorso: scheda File - Opzioni - Generale - Abilita Power Point Designer. Attraverso lo stesso percorso possiamo disattivarlo quando non ci interessa utilizzarlo.

      Se Designer non si attiva verificare:

      • di essere connessi a internet, il servizio funziona solo online
      • di aver selezionato un layout "titolo" o "titolo e contenuto" per la diapositiva
      • di aver inserito una sola immagine (formato .JPG, .PNG, .GIF)
      • di aver inserito un'immagine di dimensioni superiori a 200x200 pixel
      • che la slide non contenga altri disegni o forme oltre alla foto
      • di aver selezionato un tema "vuoto" o uno dei temi di Power Point (non funziona con temi personalizzati o scaricati dalla rete)

      Power Point Designer è attivo solo per i solo per le versioni in abbonamento di Office 365, compresa l'offerta per studenti universitari Office University , mentre non è disponibile per le installazioni di Office da CD.  Nei piani aziendali in abbonamento l'opzione è attiva solo se gli aggiornamenti  dei servizi sono inclusi nel piano sottoscritto.


      Anagrammi animati con Power Point

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      Con Power Point 2016* è possibile creare velocemente anagrammi animati con le transizione "Morphing" anziché con le tradizionali animazioni. Morphing, infatti, sposta automaticamente le lettere della parola da anagrammare nella giusta posizione (vedi video).


      Come creare l'animazione con morphing:

      1. Scrivere il testo da anagrammare nella prima slide.
      2. Duplicare la slide (home - nuova diapositiva - duplica diapositiva selezionata) o, in alternativa, copiare la casella di testo e incollarla nella slide seguente. L'importante è che le caselle di testo delle due slide si trovino esattamente nella stessa posizione.
      3. Nella slide duplicata, scrivere il testo anagrammato
      4. Selezionare la scheda transizioni e scegliere "morphing", quindi aprire il menu "Opzioni effetto" e selezionare "caratteri" (vedi immagine)
      5. Avviare l'anteprima della presentazione per visualizzare l'effetto.
      Puoi generare automaticamente gli anagrammi con Nomix


      *L'animazione morphing è attiva solo nella versione di Power Point 2016 in abbonamento (Office 365)


      Q&A in diretta con Google Presentazioni

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      La visualizzazione relatore è uno degli strumenti più interessanti offerti da Power Point (vedi articolo dedicato) e per qualche anno è stata un'esclusiva di casa Microsoft. Oggi la visualizzazione relatore è disponibile anche in Impress (il suo funzionamento però varia ancora troppo da una versione all'altra e da un pc all'altro) e in Presentazioni Google.

      E Google, va detto, ha portato la presentazione relatore ad un livello decisamente superiore perché ha aggiunto la possibilità di interagire direttamente con il pubblico.

      Il  servizio si avvia dal menu Visualizza - Avvia presentazione.


      Nella colonna di sinistra vengono visualizzate: la slide attiva e la successiva, il menu a tendina che permette di passare rapidamente da una diapositiva all'altra, il timer che indica il tempo trascorso dall'avvio della presentazione.
      Nella colonna di destra sono disponibili due opzioni:
      • note del relatore che permette di visualizzare le note della slide attiva sullo schermo;
      • strumenti per il pubblico che, se attivato, crea automaticamente un link ad una pagina dove il pubblico può scrivere le proprie domande.


      Durante la presentazione non serve rimanere in modalità "strumenti per il pubblico", si può continuare a usare tranquillamente la visualizzazione relatore, perché quando qualcuno invia una domanda questa appare direttamente sullo schermo del relatore.


      Tutto lo stream delle domande, inoltre,  viene salvato in Drive e vi si può accedere in qualsiasi momento aprendo il file della presentazione e selezionando "cronologia Q&A" dal menu strumenti.

      Google presentazioni è utilizzabile anche da smartphone e tablet scaricando l'apposita app (Android o Apple)  e  con l'aggiunta di un' estensione per Chrome permette anche di aprire e modificare i file in Power Point.

      Academic Presenter: il software per presentazioni scientifiche

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      "Una storia vale mille immagini poiché se un'immagine può raccontarci un singolo momento, la storia ci racconta la sequenza degli eventi"
      [Tratto da: Academic Presenter: a New Storytelling Presentation Software for Academic Purposes]

      Conoscere ed affermare l'importanza della narrazione visiva anche nella scienza e non solo nel mondo degli affari è una cosa, metterla in pratica è un'altra.
      Per le presentazioni in particolare, l'approccio lineare e schematico dei software come Power Point è così lontano dalla non linearità dello storytelling che diventa difficile concepire una presentazione dove la navigazione non sia sequenziale.

      Per risolvere questo problema un gruppo di ricercatori ha progettato Academic Presenter un software per presentazioni "vettoriale" che permette di passare continuamente dalla linearità di Power Point alla flessibilità di Prezi  in quanto racchiude le principali caratteristiche dei due strumenti.

      Ma le caratteristiche che fanno di Academic Presenter uno strumento decisamente interessante per l'uso in accademia, non si limitano a questo, ne elenco alcune:

      • Academic Presenter è gratuito;
      • si può scaricare su PC o utilizzare attraverso la piattaforma online
      • supporta il codice Latex;
      • si possono inserire equazioni matematiche;
      • supporta l'uso di segnalibri;
      • si possono importare file .PDF e navigare tra le pagine usando la tastiera, file audio (nei formati .MP3 e .WAV),file video ( AVI, MP4, and WMV) e i più comuni formati di file immagini, compreso il vettoriale .SVG;
      • la presentazione è visualizzabile anche in computer dove non è installato il software e in modalità "wireless presenter";
      • si può condividere nei social media mantenendo le animazioni;
      •  è esportabile in .PDF e in .HTML.
      Alcune funzioni di Academic Presenter

      Come punto a sfavore di questo software molti indicano la complessità d'uso. Ammetto che non è molto intuitivo, ma le guide video sono molto chiare (il tutorial completo è presente gratuitamente anche su Udemy) e guardandole si impara facilmente.

      Ulteriori risorse: Academic Presenter: a New Storytelling Presentation Software for Academic Purposes
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